martedì 27 marzo 2012

Lucì voci e volti dal faro

"Un’ epopea domestica nella quale trovano voce la memoria di un intero paese, i sogni e le fantasie delle generazioni vissute all’ombra del Faro.
Dalle testimonianze raccolte nella videoinstallazione nasce lo spettacolo teatrale “Lucì”, dove, tra cronaca e diceria, si racconta come fu che Lucia Capuano divenne guardiana del Faro di Forio."  clicca qui - Lucì voci e volti dal faro

Lucianna De Falco
Lo spettacolo racconta la storia della guardiana di un faro, Lucia Capuano, che, rimasta vedova nel novembre del ’37, con sette figli a carico, riesce ad ereditare, in via del tutto eccezionale, il mestiere del marito, Francesco De Falco, fanalista al Faro di Punta Imperatore a Forio d’Ischia.
La vicenda di questa donna, dal carattere indomito e deciso, costituisce la struttura portante di un racconto, nel quale trova voce la memoria di un intero paese: il Faro, con il suo occhio intermittente, cadenza il tempo, ponendosi come poetica frontiera tra la terra e il mare, tra il quotidiano della vicenda umana, stretta negli ingranaggi della storia maiuscola, e l’eccezionalità di un “altrove”, dove, se si ha il coraggio di esprimere un desiderio ad alta voce, si riconosce il flusso magmatico di aspirazioni mai sopite, nel lento avvicendarsi delle generazioni.
L’omaggio al mito del Faro è filtrato dall’uso poetico di un materiale duplice: da una parte, i ricordi di coloro che negli anni vi hanno lavorato, vi hanno abitato, dei pescatori per i quali esso non ha mai smesso di essere il punto di riferimento, memorie queste, che, raccolte in una serie di interviste sono oggetto di una video-installazione parallela alla messinscena dello spettacolo; dall’altra, il riferimento alla ricca tradizione letteraria, dai fuochi che illuminano la notte nei versi mirabili de “L’ Orestea” di Eschilo, alle visioni allucinate del romanzo di Virginia Woolf, “To the Lighthouse”, dove il Faro assurge a metafora del destino stesso dell’uomo.
Lo spettacolo si articola in cinque parti: una sola voce recitante, quella di Lucia, che, nell’ agevole dipanarsi della storia, assume accenti sempre diversi: dal monologo interiore all’orazione vera e propria, con accenti epici e drammatici, fino alla canto di scena, grazie alla presenza di un trio di musicisti, con l’esecuzione dal vivo delle musiche di scena.
Lo sviluppo narrativo della trama è affidato a interventi filmati, dove i vecchi del paese e quanti furono testimoni della vicenda di Lucia, i figli e gli amici, intervengono, commentando o anticipando l’azione.
Sullo sfondo, una banda musicale, che, tra nenie funebri e marcette festanti, amplifica le voci del paese.
Il Faro si trasforma così in palcoscenico per un evento che è un grande viaggio teatrale tra i fari d’Italia.
Ideato da Lucianna De Falco, il progetto, unico nel suo genere, è realizzato grazie all'autorizzazione, concessa dalla Marina Militare Italiana, ad usufruire delle aree relative ai Fari di Punta Imperatore (Forio d’Ischia – Napoli), Genova, Trieste, Capo Ferro (Olbia) e Molfetta (Bari).

domenica 18 marzo 2012

Mario Mazzella

"L'Arte come Patria" in Mario Mazzella
All'improvviso, uno scopre - o, meglio ancora, conferma - qualcosa che sempre aveva intuito: l'arte come patria. E, nel mio caso, come patria mediterranea. Luce, colori, linee, forme, sentimento di esaltazione, vitalità esuberante, storia, sensualità, cultura, invece, dei vincoli giuridici storici ed affettivi che ordinano come nazione la terra dove si nasce.
Perché noi mediterranei non nasciamo in un luogo, città o paese, nasciamo in un sentimento, in una sensazione, in una cultura, in una forma di essere, in una filosofia che non ha più legge che quella dell'anima che, colma di sensualità, di creatività e di colori, dà vita ad un'arte di forme e di luci, che sentiamo - più che comprendiamo - e con la quale vibriamo perché è la nostra, la manifestazione esterna della nostra vita, della nostra patria.
E, così, è indifferente dipingere in Almeria - come facevano "Los Indalianos" (gruppo di pittori spagnoli, creato in Almeria, nel 1945 da Jesùs de Perceval, n.d.t.) - che in Alessandria, noi Cicladi o in Ischia, come fa Mario Mazzella: la patria sempre è la stessa.
Chi è Mario Mazzella?
Un uomo semplice, discreto, magro, di età indeterminata, che non richiamerebbe la nostra attenzione se non fosse perché, da quel corpo così asciutto, scaturisce una incontenibile - ed incontenuta - ricchezza di sensazioni che, grazie alla capacità delle sue mani per dare forma a quello che sente la sua anima, si trasforma in arte. Mario Mazzella potrebbe essere benissimo fratello di Perceval, di Canades, o di Carmita Pinteno, che considero i più autentici depositari dello spirito fondazionale del "Movimento Indaliano", intesa come rivoluzione pittorica di avanguardia, di esaltazione della forma e del colore, di fronte al falso accademismo ellenizzante - il Neoclassico - dell'Europa colta, perché il mondo classico è quello del pescatore, quello del contadino, in contatto diretto con questo mare: il Mare della Cultura, il Mare di Ulisse, il Mare della civiltà, definitivamente il Mare Nostrum, di tutti noi, tagliati per la sua luce viva, definitrice, tagliente, che non lascia spazio al diffuso, all'incerto ed al vago. Noi mediterranei, siamo figli della luce.
Clicca per ingrandireLa luce è l'elemento classico, di fronte alle ombre del Nord. E, se la luce non può essere dipinta, essa però può essere vista: nel mediterraneo, sempre azzurro e bianco, quello che sorprende nell'isola Verde - si che è possibile dipingere i suoi differenti stati d'animo, le sue forme e, anche - ed è la verità definitiva dell'Arte mediterranea - i gesti con i quali ci parlano queste forme.
Ed in questa lotta per esprimere il gesto della forma, per fare da interprete delle forme, Mazzella, quasi come un dio, colloca mondi, forme, colori, linee; e si confronta con l'uomo, con la sua saggezza, con i suoi dolori... Tutto sta in funzione dell'uomo, ed il resto è l'ambiente dove vive l'uomo. Da qui, quindi, che, nei suoi quadri, capta la vita più che la realtà, semplicemente, perché non si può copiare quello che si va a creare; da qui che dipinga mare, fino ad avvertire odori; che dipinga l'uomo fino a che parli l'uomo.
mazz5.jpg (169218 byte)E come lo fa? Con la filosofia della semplicità, della sincerità, del tratto apparentemente semplice e categorico della curva sensuale (pescatrice, donne massicce, cupole, barche, onde) accentuata, se possibile, per i pochi tratti retti, il ché produce un equilibrio fra il sentimento, la luce e la forma, e non altro che questo è l'anima mediterranea: un campo vergine, con fertilità propizia alla nascita. E, lì nella sua piccola Isola Verde e quasi vergine - nonostante tutto - Mazzella sente e dipinge il battito della vita con la tecnica del "l'aspira e rigetta" - quando concretizza in ogni quadro quella formulazione astratta e meravigliosa del Mediterraneo - la luce - in una ordinazione geometrica delle forme più che in una combinazione fredda dei colori, perché il colore, alla fine non è altro che l'epidermide della forma: la buccia con la quale, al pelarla leviamo il colore alla mela.
Clicca per ingrandireMazzella in ogni quadro infonde la realtà concreta l'astratto. E se Kant disse: "io non ho visto l'uomo, soli uomini", che altro, se non una creatura, è ogni quadro? E che, se non uomini - o quadri - autentici ed in sintonia nel modo di vivere; autentici nell'affermare che l'arte e la vita sono due termini che non si potrebbero separare mai, che non si può vivere in un modo e dipingere in un altro; autentici nel vivere e dipingere con uguale senso e con le stesse forme, ad ogni riva del Mediterraneo, sono una patria?
A me, logicamente, mi emozionò scoprire l'arte ed il Mediterraneo come patria.
Fauso Romero (MIURA)
dal Giornale "IDEAL" di Andalucia (Spagna)

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STUDIO D'ARTE di Mario Mazzella
Piazza Luigi Mazzella, 94 - 80070 ISCHIA PONTE (Napoli) - Italia
Telefono 081.99.32.44

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BIO-BIBLIOGRAFIA
Mario Mazzella nasce ad Ischia (NA) nel 1923.
Pittore professionista
All'età di tredici anni apprende le prime nozioni presso lo studio del pittore rumeno John Pletos, morto ad Ischia nel 1938.
1940 dà inizio agli studi al liceo artistico di Napoli, sotto la direzione del maestro Emilio Notte.
1944/1945 insegna Storia dell'Arte presso la sezione del Regio Liceo classico, "Umberto I" di Napoli distaccata in Ischia durante tutto l'anno scolastico.
Dal 1947 partecipa alla vita artistica nazionale ed internazionale, con mostre personali, presenze in collettive e rassegne.
Espone nelle principali città italiane: Napoli, Roma, Firenze, Milano. In Europa e negli Stati Uniti d'America: Zurigo, Ginevra, Malta, Banberg, Norimberga, Berlino, Bonn, Strasburgo, Luxemburg, Dubrovnik, Siviglia, Marseille, Londra, Parigi, New York e Tokyo.
Ottiene premi e riconoscimenti di rilievo, tra cui: nomina a Cavaliere della Repubblica, per meriti professionali. Professore d'arte "H.C" (honoris causa) dell'istituto d'Arte "G. Morandi" di Fidenza.
Vari critici, scrittori, giornalisti e amici dell'Arte hanno scritto del suo lavoro: M. Stefanile, B. Passarin, E. Ranucci, C. Barbieri, A. Schettini E.K. Koberwitz, G. Mandel, S. Krauthenko, R.M. De Angelis, F. Perche, C. Valmante, H. Weiss, R. Franchini, E. Giuffredi, A. Garise, F. Legrottaglie, A. Ovino, T. Tagliabue, M. Miserocchi, F. Cimara, D. Rea, E. Malagoli, N. D'Antonio, S. Isolabella, P. Pomilio, L. Piroli, Fausto Romero-Miura, I. Marino, T. Della Vecchia.
Recensito da molti quotidiani, riviste e in moltissimi volumi d'arte: dal Quadrato al Comanducci al Bolaffi, l'Enciclopedia Universale della Pittura Moderna. Ediz. SEDA e l'Archivio Storico degli Artisti Italiani del 900 - Volumi 10 - Istituto Editoriale d'Arte S.R.L. Milano.
Personaggi del mondo politico, dello spettacolo, professionisti, nazionali ed internazionali, Pinacoteche, Enti culturali collezionano sue opere.
Il materiale biocritico su M. Mazzella si trova presso l'archivio per l'arte del Novecento di Firenze, l'archivio Biografico e Storico artisti italiani contemporanei della Galleria Nazionale d'arte Moderna e Contemporanea in Roma, e l'archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale di Venezia.

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lunedì 12 marzo 2012

Spot New Fiat 500 Cabrio

"Un pezzo di storia italiana"



.....Con lo sfondo dello splendido Castello Aragonese, lo spot di presentazione della nuova fiat 500 cabrio, interamente girato sull'Isola Verde..........
Ischia l'isola dei tesori